Rifiuti speciali, pubblicato il 20° Rapporto di ISPRA
Il Rapporto Rifiuti Speciali dell’ISPRA, giunto alla sua 20° edizione, si conferma lo strumento principe a livello nazionale attraverso il quale avere un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi.
Il Rapporto, predisposto dal Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare di Ispra, in collaborazione con il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto. I dati 2019 consentono di avere una fotografia completa della situazione pre-pandemia e di poter utilizzare queste cifre nella programmazione da mettere in campo in vista della ripartenza che attende il Paese grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Rifiuti Speciali – Qualche dato
La produzione di rifiuti speciali in Italia sfiora la cifra di 154 milioni di tonnellate, 10,5 milioni di tonnellate in più prodotte nel 2019, in linea con la crescita del PIL. Crescono i rifiuti non pericolosi, da 133 a 144 milioni di tonnellate, i pericolosi sono sostanzialmente stabili intorno ai 10 milioni di tonnellate.
Il 45,5% è costituito dai rifiuti provenienti dal settore delle costruzioni e demolizioni (oltre 70 milioni di tonnellate). Oltre 38,6 milioni di tonnellate sono “rifiuti da rifiuti”, flusso che include tutti gli scarti prodotti dalle attività di recupero e smaltimento e dalle attività di bonifica e risanamento ambientale, a cui andrebbero aggiunti i rifiuti del trattamento delle acque.

Bene il riciclo: in Italia recuperiamo materia dal 69 % dei rifiuti avviati a gestione, solo il 7,3% è smaltito in discarica. Il recupero è molto efficiente soprattutto su quelli da demolizione e costruzione, per i quali l’Italia con un 78,1% si attesta sopra l’obiettivo europeo di recupero (70% entro il 2020). Per quanto riguarda i veicoli fuori uso, il recupero totale del veicolo è all’84,2%, al di sotto del target UE fissato al 95%.
A gestire e produrre la maggior parte dei rifiuti speciali in Italia sono le regioni del Nord dove il tessuto industriale è più sviluppato: 88,6 milioni di tonnellate (57,6% del dato complessivo nazionale) sono prodotti in quest’area del Paese e oltre la metà degli impianti di gestione operativi si trova al Nord. Soprattutto in Lombardia, dove sono localizzate 2.180 infrastrutture, il 20,1% del totale nazionale.
Rifiuti Speciali – La sfida per la transizione green
Il Direttore generale dell’ISPRA Alessandro Bratti ha sottolineato, nel presentare il 20° Rapporto che occorre potenziare e migliorare l’impiantistica per raggiungere gli obiettivi europei e per proporci sempre di più come leader a livello europeo nell’economia circolare. La sfida per la nostra industria è diminuire la quantità di rifiuti speciali attraverso l’ottimizzazione dei cicli produttivi e la ecoprogettazione, applicando tecniche in grado di rendere i prodotti maggiormente riciclabili o facilmente smontabili.
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