Sersys Tips | La Responsabilità Estesa del Produttore
La responsabilità estesa del produttore, in inglese Extended producer responsibility o EPR, ha l’obiettivo di assicurare che ai produttori spetti la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase in cui, dopo il consumo, il prodotto diventa un rifiuto, che si estende fino alle operazioni di raccolta differenziata, di cernita e di trattamento del rifiuto stesso.
Si tratta di un obbligo di legge che i produttori e le aziende manifatturiere hanno nei confronti dell’ambiente: ogni prodotto che esce dalle fabbriche e viene immesso sul mercato, grazie all’ERP deve essere valutato direttamente dall’azienda, che si prende in carico (finanziariamente e operativamente) la gestione del ciclo di vita del prodotto nella sua interezza, fino a quando diventa un rifiuto. L’obiettivo è quello di innovare il processo di produzione incentivando i produttori a scegliere materiali rinnovabili e più facilmente smaltibili (dal momento che lo smaltimento è loro responsabilità), favorendo anche il riciclo, il riuso e l’upcycling (che significa trovare un nuovo uso ad un oggetto).
Responsabilità estesa del produttore – I riferimenti normativi
In sostanza produttori e distributori devono contribuire alla gestione del rifiuto senza lasciare che l’onere ricada esclusivamente sui consumatori finali.
Il riferimento normativo è da ricercare nella direttiva europea 2008/98 e nella direttiva europea 851/18, il cosiddetto pacchetto economia circolare.
I produttori possono finanziare e organizzare le filiere del recupero e del riciclo dei materiali divenuti rifiuti dei propri prodotti, beni durevoli inclusi, in modo da ridurre l’impatto dei rifiuti che non possono essere avviati all’economia circolare.
Come per tutte le direttive europee, ogni Stato membro segue un iter di recepimento in modo da introdurne le previsioni nella normativa nazionale. Questo significa che anche in materia di responsabilità estesa del produttore, abbiamo diverse previsioni a seconda degli Stati. In Italia il recepimento delle direttive è attualmente in corso e i lavori si stanno concentrando sui seguenti obiettivi:
- definizione di ruoli e responsabilità;
- definizione di obiettivi di gestione dei rifiuti, almeno in termini quantitativi;
- introduzione di un sistema di raccolta di dati e informazioni sui prodotti in commercio e relativa raccolta dei rifiuti che ne derivano e loro trattamento;
- definizione dei contributi finanziari, in un’ottica di equo trattamento dei produttori attraverso la proporzionalità.
Dal 1° gennaio 2022 anche la gestione dei tessili ricade all’interno del quadro EPR, coinvolgendo quindi produttori, importatori e distributori nella filiera del riciclo e recupero, ma anche prevedendo un eco design più spinto che tenga presente delle caratteristiche di recupero e riciclabilità.
La Responsabilità estesa del produttore e la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare
Al momento il regime EPR disegnato dal nostro Paese con il recepimento della direttiva europea rimanda tutto alla libera iniziativa dei produttori, con ben pochi vincoli e nessuna sanzione per chi non si adegua.
Nel documento del MiTE “Linee Programmatiche per l’aggiornamento” viene chiaramente indicato che la nuova Strategia Nazionale per l’Economia Circolare comprenderà la riforma dei sistemi di EPR (Extended Producer Responsibility) e dei Consorzi per supportare il raggiungimento degli obiettivi comunitari.
L’introduzione dell’EPR ha, senza dubbio, permesso di raggiungere risultati in termini di recupero e riciclo dei materiali per diverse tipologie di prodotti giunti a fine vita, evidenziando però zone di luci e di ombre. In particolare, per il MiTE gli aspetti più critici sono quelli relativi alla restituzione/raccolta dei rifiuti dopo l’utilizzo di tali prodotti, la successiva gestione dei rifiuti e la responsabilità finanziaria per tali attività, nonché l’obbligo di mettere a disposizione del pubblico informazioni relative alla riciclabilità riutilizzabilità dei prodotti.
Sviluppare nuove forme di responsabilità estesa è una necessità e opportunità per il sistema Italia, soprattutto per quelle tipologie di prodotti non ancora soggette a EPR, dai mobili e oggetti da arredo ai rifiuti da costruzione e demolizione, dai materassi al “food waste” e ai giocattoli. Insieme alla ricerca di nicchie all’interno delle filiere già attive, come ad esempio sta avvenendo per il PET all’interno della più vasta famiglia dei materiali plastici, lo sviluppo dell’EPR amplierà il campo di applicazione della normativa con l’obiettivo di coniugare efficienza, tracciabilità, riduzione dell’impatto ambientale nella gestione di prodotti che vengono dismessi dai consumatori o dalle imprese.
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